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Manzi - vedutista dell'anima

Prorogata fino al 23 settembre

MANZI
Vedutista dell'anima

A cura della Dr.ssa Angela Pierozzi
Palazzo Malaspina, Via del Giglio n. 47 San Donato in Poggio
Dal 14 luglio al 23 settembre 2018
Tel. e fax 055 8072338
info@unionechiantifiorentino.it

Orario di apertura:
Tutti i giorni ore 16:00 - 19:00
Sabato 10:00 - 13:00 e 16:00 - 19:00
Mercoledì chiuso
Inaugurazione sabato 14 luglio 2018 ore 18:00

L'opera
"Anche le maschere della vita
 sono maschere di un mistero più profondo."
Khalil Gibran, Sabbia e spuma
Abitata, fin dagli albori, da una torrida urgenza introspettiva, accentuatasi nella direzione dei più nascosti disequilibri di ordine psichico – esito ultimo di contagiose scorie esistenziali –, la ricerca artistica di Antonio Manzi ha evidenziato, nel corso degli anni, il consolidamento di quelle peculiarità contenutistiche che hanno caratterizzato i vari versanti espressivi nei quali ha avuto agio di manifestarsi, con originale abilità, questo singolare e versatile artefice. Quanto di più nascosto insista nella segreta intimità degli uomini è, per Manzi, fecondo pretesto per una investigazione tesa a portare in luce sentimenti e stati d'animo talvolta persino contrapposti: incanti e inquietudini, speranze e delusioni, compiacimenti e travagli. Una figurazione colma di suggestioni, la sua, ove è dato di apprezzare – almeno nelle opere pittoriche più recenti – un'impronta surrealista autonoma, non vincolata, di fatto, a nessuna specifica influenza, sebbene, della medesima, la più auspicabile fruizione rimandi a una conoscenza, almeno sommaria, de L'interpretazione dei sogni di Sigmund Freud.
Lasciti memoriali, inconscio, attività onirica, percezioni sensoriali ed extrasensoriali dell'uomo inteso come individuo, e dell'individuo, ancora, indagato come parte dell'universo: questi, infatti, i pressanti riferimenti che scandiscono ogni volta il percorso mentale e manuale di Manzi, sia che egli si cimenti in pittura o nei graffiti; nei marmi bellissimi, nei bronzi austeri come nelle affascinanti maioliche.
Un artista ispirato, al solito sorretto da quel suo "pensare per immagini" che determina, nel lavoro, ricercatezze cerebrali, ovunque pervase da amletici interrogativi, ermetiche consapevolezze affidate ora al disegno ora al colore. Si noti, a tal proposito, la mediterranea eleganza dell'impianto cromatico, sovente allusivo di particolari fremiti interiori: arcane testimonianze, quelle, di un autore che spicca, con merito e per talento, nel grigiore della contemporaneità.

Venezia, luglio 2016, Giovanni Faccenda

L'artista
Antonio Manzi nasce a Montella (AV) il 15 marzo del 1953. Nel 1957 si trasferisce a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Autodidatta, si avvicina giovanissimo alla pittura evidenziando doti straordinarie e prodigiose legate alla potenza del segno e del gesto. Dopo le prime esperienze dominate dall’espressione grafico-incisoria, in cui trova ampio spazio la tecnica della puntasecca, sviluppa abilità eccezionali nella ceramografia e successivamente nella scultura in bronzo e in marmo di piccolo e grande formato evidenziando, negli anni, una versatilità e un eclettismo stupefacenti (affresco, graffito, collage). La vis creativa del suo inconfondibile segno si è riavvicinata, negli ultimi tempi, ai territori della pittura con colori esplosivi, magnetici e luminosissimi.

Informazioni sull'artista e l'opera sul sito http://www.antoniomanzi.it/
 

Ultimo aggiornamento: Gio, 13/09/2018 - 09:31